lunedì 28 giugno 2010

Fontina Boy innamorato

Sì, è così. Purtroppo succede anche al migliore. Se non vi fosse stato chiaro dalla primavera incipriata di profumi sapori e tempere, dai pettirossi che sono tornati a casa, dai gatti arrotati per strada più di qualche mesata fa, dovrebbe esservi stato lampante dall’invadente presenza di poesie invece che dei soliti stupendi raccontini con cui generosamente mi dono a voi. Come dire: anche come poeta sconfinfero nell’immensità di Mina. Il fatto è che, pochi mesi fa, durante la solita razzia mensile alla mensa della Caritas in cerca delle spinacine di tacchino che come le fanno lì nemmeno sul Lago Titicaca, ti conosco questa cittina dolcissima che mi si presenta come un gomitolo di pelle di pollo di Apelle figlio di Apollo che palle! Se l’erano dimenticata lì e, tutta annodata com’è, riesce a malapena a dirmi due parole ("Buttami via...") e io capisco che, a furia di stare a gambe incrociate, s’è bloccata tutta. Ha formicolìo ovunque. In realtà capisco male, ma giusto per un nonnulla: ha la focomelìa, cioè tipo il formicolìo quando si sforano i tredici anni intorcinati nella stessa posizione. Allora le butto là una battuta ironicissima per distenderla -‘Certo che sei proprio triste. E muoviti, cazzo!’- e infatti lei si scioglie nel sorriso meno a trentadue denti che si può immaginare, solo che si scioglie anche l’incantesimo da cui si vede che era afflitta e in men che non si dica mi ritrovo abbrancato da una sirena che Splash!, quella di Manhattan, al confronto era la mia maestra Giannunzia Sottaceti. Mentre mi abbraccia, mi sussurra anche il suo cognomenome, che adesso non ricordo per esteso, ma praticamente si può dire che, riassumendo, fosse questo: Sborra Tina. Come lo dice, l’incantesimo si spezza di nuovo e io non sono pronto a carpire cosa vuole la voce metallica che ora sostituisce il sussurro e che per un minuto abbondante continua a ripetere: “Insert Coin!”. O meglio, io sono abile e veloce a traventarle dentro la fessura per le monete che si ritrova fra le cosce il primo Coin che ho trovato a portata di mano, ma non serve a niente, quella è già tornata l’aborto di sempre. Per non rischiare di sbagliare persona, che a questo mondaccio non si sa mai, le chiedo premuroso se è sempre Sborra Tina e lei annuisce peut-être con la testa. Sarà, borbotta il mio Marco Pisellonio, ma voglio fidarmi e realizzo che il provare a rimodulare lo stesso tritìo romantico di parole che prima m’era proprio scappato, potrebbe far ritornare fra noi quella che io considero la vera mitica Sborra, che tra l’altro mi farebbe piacere presentare a mio babbo se non fosse scappato con Splash! sul Lago Titicaca ma insomma un babbo al giorno d’oggi lo si trova. Come prima cosa ripeto le stesse identiche parole ma non succede niente, al che mi innervosisco, mi dico che mi sfotte e la batto contro un muro, ottenendo come risposta: “Tana libera Tutti”. Tutti, i miei cinquecentomila amici immaginari e omonimi, visto che il nascondino è finito, se ne tornano a casa. Sborra invece resta lì ma ce l’ha con me, eppure io non mollo. Questa tenacia che sconfina nella dedizione mi squarcia il velo di Maya che ognuno si porta dentro. In un lampo so di cosa si tratta: è ammorevolezza! La guardo e, nei suoi occhi, dietro la cataratta e l’odio internazionale, ci vedo lo stesso sentimento: ammoniaca! È fatta, l’ho trovata! Subito intuisco che devo redimermi ai suoi occhi, cambiare rotta e così mi getto a capofitto nella poesia, di tutti i tipi (ma lo stilnovo ermetico mai!), e questi sono i risultati finora prodotti. Io spero che così facendo torni la sirena, ma nel frattempo mi sorbisco Sborra, che per non saper leggere né scrivere mi giura che alla decima poesia me la farà vedere. Ecco perché, tutto sommato per ammazzare il tempo, leopardeggio a più non posso.

Sì, sono proprio curioso di vedere come farà a imbastire, lei così impedita, la famosa posizione yoga della spastica.

2 commenti:

Josefum ha detto...

E' così dolce l'amore ritrovato ai tempi della CRISI (la razzia alla Caritas, cornice amena e imprescindibile) che ora tutto ritorna chiaro come l'immensità di Mina. Marco Pisellonio è di nuovo con noi, la sua focomelìa formicolante è un toccasana a tutte le virtuù! Mimenomale che ci pensi tu ogni tanto a ricordarci come sprofondiamo dentro un solo e misero velo di Maya! Splash!

Fontina Boy ha detto...

Un uomo entra in un caffè: gorgoglione.

Splash a te, carissimo. Il più bel commento o quasi, questo. Non foss'altro che è l'unico.