Cara maestra,
so che tu mi vuoi tanto bene (io però te ne voglio di più, cioè co-osì [sto allargando le braccia a 285° se non lo stessi capendo, cretina!]) e che non vedi l'ora di rivedermi per erudirmi n'atra vòta al mondo vasto e variegato della cultura e sgridarmi se faccio qualcosa di male, tipo vedermi Casinò di Scorsese (ma dico io: lo sai tu chi cazzo è Scorsese?! un grandeee!) sul palmare digitale di ultima generazione 1989 e fare tipo del casino, però qui c'è il dramma in atto e io sono tanto triste.
Ti spiego, anche se so che poco te ne fregherà, tu così sempre altera e severa nei riguardi dell'importanza (legittima eh!) della copula del predicato nominale ma, se mi permetti, come dire, insomma sì, fancazzista in merito ai turbamenti e agli sconvolgimenti che, chissà se li ricordi, turbano noi ex cittini che si sta per entrare in quinta elementare insomma io auspico ben altre copule, l'è capito o no?
Il fatto in pratica, come se poi tu non lo sapessi, è che l'estate è arrivata al lumicino e io fra poco rivedrò il tuo brutto (a volte però fai delle smorfie parecchio carine, devo ammetterlo - uhm, mi sa che questo inciso fra parentesi andava meglio messo dopo 'muso') muso e la cosa mica mi sfagiola tanto. È che voi maestre, ma anche maestri crederei, non la capite la bellezza e l'importanza dell'estate. Perché infatti ci date i compiti per le vacanze? Io mica l'ho inteso, ma stai tranquilla: non li ho ancora fatti e né li farò, e anzi sarò pronto all'eventuale pugna. Nel frattempo ho messo su una massa muscolare appena più che ridicola, occhio quindi. (Dai che poi nel caso ti consolo.)Ho fatto giusto questo pensierino perché, come sai, mi piace scrivere. Penso che dopo gli esami mi iscriverò infatti a Filosofia perché, secondo me, c'ho lo sbuzzo giusto.
L'estate, il caldo quello bòno, dura poco, io penso che sia fuggevole, tipo che dura tre mesi ma se va parecchio ma parecchio bene. Non è un pensiero vispo, questo? Te lo chiedo perché a volte mi capita di dirlo in giro e noto che la gente non mi capisce. I poeti direbbero che è caduca, ma io i poeti ancora non li capisco, anche se la tesina sul concetto di aleph in Borges me l'hanno tradotto fino in lingua maori e Cipì (oh, grazie eh!, quello m'è piaciuto proprio tanto) te lo saprei recitare a memoria e con intonazione.
Sai che c'è anche: che per me l'estate assomiglia alla vita di un uomo nel complesso di vite degli esseri umani. È parecchio breve e intensa e, per quanto ci si sforzi, alla fine finisce. Saludos, amigos, e tutti a casa! A me mi (so che a me mi non si dovrebbe deontologicamente dire, però -ah, quest'estate ho letto parecchio eh- l'ho trovato nel Manzoni e mi son detto: 'se lo usa lui, perché non dovrei usarlo anche io?'. Che dici, ho fatto bene?) pare un peccato che tutto questo calore, questo sole alla fine si spengano come un sipario della vita che in questo caso, per traslato, si può definire delle stagioni. Boh, insomma l'estate è una stagione viva ma se uno ci pensa un pochino alla fine è più morta e triste dell'inverno buio (tanto diciamocelo su: le mezze stagioni non ci sono mica più) che separa l'una dall'altra. Però basta non pensarci e tutto diventa bello e coloroso (è coloroso, non è che volevo scrivere caloroso sennò scrivevo caloroso scusa) di nuovo.
Concludendo, preferirei che l'estate durasse fin verso toh, dicembre a star calmino. Dici che si può fare? A chi ci si deve rivolgere, in caso? Se i miei me lo permetteranno, io ci provo. Magari un salutino il 14 settembre vengo a fartelo e toh, proprio se sarò in vena, fino all'intervallo ci resto. Poi però non ti fare illlusioni o non ci rimanere male se sarò uccel di bosco. (Parecchio uccel e poco di bosco. Ahah!)
Tuo,
Fontina Boy
ps. oh, quest'anno a Cesenatico la mi' mamma m'ha finalmente svezzato, poi ho pomiciato alla grande e poi ancora per la prima volta il lillo mi si rizzava quand'ero vicino a delle citte. Avrò mica contratto la sesta malattia? Non è che mi succederà anche con te? Magari fai una cosa eh, te dammi una nota se succede. Ciao, darling.