giovedì 24 settembre 2009

Piccolo mondo antico

Ah, Verona. L'elegante Verona e l'imperiale Verona. La Verona moderna e la Verona antica. Patrimonio dell'umanità e patrimonio poetico di amanti sfortunati. Mercantile Verona, artistica Verona. William Shakespeare, Emilio Salgari e Diego Biello. L'Arena lirica e la renella da curare con l'Amarone della casa di Giulietta degli spiriti. Il teatro romano e il bar Aquila Nera all'arme all'arme siam fascisti. L'Adige con le sue carpe tonanti, la Lessinia con le sue pernici perdinci!, il lago di Garda a sinistra, il mar Adriatico a destra, il Brennero a nord, Arezzo a sud e la Lega Nord al centro, cuorecervellostomacogonadi di una Verona che più bella e più pacifica e più accogliente e più leghista non si può. Come t'amo, Verona. Perché t'amo così tanto, Verona? Tanti, e tutti legittimi, sono i motivi, ma uno, sì ve n'è, più alto d'ingegno e d'intelletto alfine l'ho scorto. Tu, Verona bella e Verona cara, hai una piazza molto grossa, si direbbe enorme, denominata Piazza Bra. Quante altre città, o Verona, su dimmelo, si possono permettere il lusso di una piazza tanto Bra? Un'altra, o forse due, anche tre toh: giusto il conteggio delle dita di una mano, al più. Rarissima primizia fuori stagione, delicata pecora nera, la tua Bra, in una messe infinita e raccogliticcia, si direbbe del tutto italiota, di piazze grandi e piccole, san francesche e sant'agostine (di queste, un vero, volgare florilegio!), del comune e della provincia, dei priori e dei posteriori e chi più ne ha più ne abundantiam. Invece tu no, solinga e fiera, ti ostini a difendere la tua antica virtù, quel nome così soave, Bra, da esser diventato, nella lugubre anglosassonia, termine di riferimento per il pudico copricapo del pocciarume femmineo. E qual ritmo monosillabico nasconde il tuo nome, e quale -soave pur essa- etimologia:

BRA, in piazza a Verona si cureggia; BRA, e si fa l'ammore; BRA; e lo si butta in culo.