martedì 28 luglio 2009

Alla sinistra del padre

Bisogna riconoscere che la rivoluzione industriale non smette d'un attimo di produrre conseguenze istoriate. Io per esempio ho tratto grande giovamento dall'utilizzo del computer. Si può anzi dire che la mia vita è fatalmente cambiata da quando ho incontrato questo scatolino che vorrebbe riprodurre l'allure dell'intellighenzia ebraica di Manhattan e gli atout della Perestroijka. Nella fattispecie: lavoro, cicala, tunnel carpale. Di lavoro se ne può cercare finché si vuole, come fossimo in un videogame dai livelli infiniti (Alex Kidd resta il meglio in questo campo), tanto poi effettivamente non ce n'è. Di cicala ugualmente i mari della rete sono assai pescosi, salvo scoprire poi che è tutta aragosta ipercostosa o, non si sa quale opzione sia peggiore, lampredina anonima che si nasconde dietro nick, emoticon e promesse esotiche come la macedonia in scatola prodotta se va lontana a Ficulle. Il tunnel carpale è invece un irredimibile malaccio che ha una capacità di colpirti tanto contagiosa quanto, alla lunga, simpatica. Forzato dai diktat della società omologante moderna, io uso il computer, e soprattutto internet, per nobili fini da Nobel: cercare siti porno gratuiti, cercarli che siano aggiornati e sappiano generare per partenogenesi sempre nuovi filmati educativi, cercarli che abbiano la sezione 'pedofilia', cercarli che offrano la possibilità di chattare secondo moduli tematici (i miei preferiti sono: Hegel e la concezione di pederastia nella Storia dell'uomo, Bakunin e lo stantuffio, GB Vico e le inculate astoriche) con altri utenti collegati nello stesso momento. Cercare di cercare tutto questo impiega tempo e, nei rari momenti in cui le mani sono sgombre dallo sgombro, sfrigolio di polso contro il tappetino del mouse, altresì detto mouse-patarocchio, o contro ogni altra superficie levigata o rugosa che gli è sottostante. Calcolate in miglia, sono ore e ore di sfrigolio che non vanno punto bene perché, per il principio dell'erosione a placche, finiscono per formare un tunnel nella zona attigua al polso che per ragioni ignote va a prendere il nome dalla specialità balistica di un ormai marcito calciatore del Carpi. Tunnel carpale, appunto. Di recente, presentendo di essere a un passo dal dover trascorrere anni inutili fra operazioni e tutori, ho intrapreso una via preventiva che non è da tutti, ma io infatti sono più sveglio del signor Tutti. Essendo destrorso in tutti i sensi, ho principiato a usare la mano sinistra e, per coerenza alla quale tengo molto, a farmi trapiantare il cuore al di là dello sterno e a votare D'Alema. Il difficile all'inizio è stato trovare una porta usb che permettesse di allocare mouse e mouse-patarocchio alla sinistra del padre, poi tutto è andato liscio come l'olio e, anzi, col senno di poi direi che l'espediente ha favorito lo sviluppo della parte manca del mio cervelletto evidentemente prima un po' mancante. Dice che infatti lo deve fare. Non ci crederete ma io, nel giro di qualche ora, mi sono sentito un afflato più, come dire, intelligente e inculturito. Tempo fa, per dire, verbi come allocare o sostantivi come afflato non avrei saputo come od ove allocarli. Per non parlare che ora so riconoscere le parole dentro le parole come non m'è mai riuscito nel tipico gioco della mia infanzia, che per queso si può definire infelice.

Voi per dire avreste mai notato che intelligente contiene come una matrioska le parole INTEL (un processore dei più buoni), TEL (abbreviazione di telefono), GENTE (la rivista fondata da Prampolini), TELLI (un errore di chi voleva scrivere TELI), ENTE (tipo istituto), TE (il diverso da me), GE (targa di Genova), più altre ancora che vi invito a scovare da soli?

lunedì 20 luglio 2009

La settima (è doppia!! forse tripla!!! se va bene quadrupla!!!! quintupla si dice?)

(D.Leg. 123/90 bischero - Nuova materia introdotta nell'ordinamento: Le fulmicotonate.)

O oggi non sono a Riga. Com'è come non è, incontro una citta di Riga. "Occhio che ti metto in riga!", mi viene di minacciarla con originalità. Poi esagero e accenno al righello, ridendomela da solo. Ma lei ha già equivocato e, a buco pillonzi, compone una squadra Staedtler ad angolo retto come non se ne fanno più. Mi perplimo perché le squadre a Educazione Tecnica non le ho mai sapute usare, poi quello che mi dice in un italiano sdentato (le ho nel frattempo rovinato l'arcata mascellare superiore, così a spregio) vanifica ulteriormente ogni mio buon proposito interculturale. "Sii l'intera squadra di Riga", mi sussurra con amore e io inorridisco a come la lèttone sia tristemente nota per voler passare subito al lettòne.

Intensità ridanciana: fra 100% e 0%.