martedì 29 aprile 2008

Tolleranza zero

Vado in giro, vedo cose, m'infilo nelle case, incontro gente; e, puntualmente, rimango deluso. Se non deluso, basito, sorpreso (in negativo, sia chiaro), sconcertato, scontento. Puntualmente, a meno che non mi innamori, al che la delusione è solo questione di "data da destinarsi". In parole povere, magari è in ritardo ma, presto o tardi, arriverà. Esigo troppo (d)al mondo oltre che (o prima che) (d)a me stesso? Non l'ho ancora bene focalizzato, magari nella prossima vita - quando sarò una talpa allergica alla terra - ci lavorerò su. A occhio e croce, in ogni caso, direi di sì e direi di no. Per ora, critico, giudico, mi arrabbio, sto male, faccio di tutto per essere infelice. Faccio categorie mentali, le adatto non solo al mio mondo ma al mondo intero, e traggo risultati. Lo so, vivo come se stessi giocando a scacchi, ma sono fatto così; e poi sono in molti a vivere così, magari illudendosi che per loro non vale o magari nascondendo(se)lo bene. Solo che io ne ho coscienza. Potrei cambiare, lo so; ma è difficile, e poi è più comodo restare qui dove sono arrivato ora. Hai voglia se è più comodo. Infine, diciamola tutta: mica sono fatto tanto male; anzi, a pensarci su, direi proprio il contrario. Fate una cosa: resettate tutto quello che ho poc'anzi descritto o, meglio, rovesciatelo al positivo; che sono sempre quello lì, ma in versione bòna. Preciso, pulito, ordinato, puntuale, affidabile, organizzato. In pratica, una casalinga della vita in un mondo che va a rotoli. Sarebbe facile rotolare, ma tengo duro. Ovviamente sono solo; e non sarò nemmeno leggenda. Ma dico io: come fai a rimanere positivo o, alla meno peggio, inerte quando la gente, praticamente chiunque, inizia la giornata alzando le tapparelle a metà o, se va bene, a tre quarti? Mica le alzano del tutto, che chissà quale sforzo ulteriore in più richiederebbe e poi, figurati, va già bene così. Loro credono che il detto in medio stat virtus si riferisca a questo. Così rimane l'orrore grigio o, nelle case vecchie, verde delle tapparelle a tre quarti, l'orrore dell'Italia delle tapparelle in bella mostra sia da fuori che da dentro, né troppo su né troppo giù, un ovosodo di merda che non dice niente, non dice "sto dormendo" né dice "sono all'erta". (Che poi, per inciso, esagero: la questione è anche meramente, solamente estetica, plastica.) Così come, le stesse persone, praticamente tutti ovvero, a fine giornata, chiuderanno in bellezza con le tapparelle abbassate non del tutto, di modo da lasciare i puntini attraverso cui la notte, anche lei emette luce, filtra in casa. Questo dovrebbe avere senso, ragione di esistere, dovrebbe essere soggetto a comprensione? No, mi spiace, che di questo passo poi, di queste persone qui, dovrei tollerare anche, in ordine non esaustivo:
- porte di casa né chiuse né aperte, bensì (ohibò!) lasciate semiaperte;

- la porta del bagno lasciata semiaperta anche quando uno ci ha cacato dentro (con, beninteso, la finestra del bagno invece chiusa);
- il tubetto del dentifricio strizzato dalla metà o, peggio ancora, dalla cima;
- gli schizzi di piscio sull'orlo del water se sono maschi (argh);

- i peli del cazzo o della fica nel bidè o, che brividi!, nella griglina della doccia;
- le orme delle scarpe in casa se fuori ha piovuto (che mica possiamo, noi yuppies, perdere due minuti due a strofinare bene gli zerbini);
- i tappi delle bottiglie, uff, avvitati mica del tutto;
- i barattolini delle spezie semiaperti, capovolti e, ci mancherebbe!, seminanti spezie dove capita;
- l'oliera unta anche all'esterno, perché, capirai!, ce ne vuole a passare un ditino a raccogliere la goccia che cade sempre e per forza;
- i coltelli inseriti nel portaposate con (diocane!) la punta in alto;
- i coltelli a grillo ritto mischiati alle forchette mischiati ai cucchiai mischiati ai chucchiaini nel portaposate anche se ci sono gli appositi divisori (ma perché?);
- i piatti mischiati alle pentole mischiate ai bicchieri mischiati alle tazze nel portapiatti sopra al lavello anche se ci sono gli appositi divisori (MA PERCHE'?!);
- la busta di plastica dei cereali bellamente aperta (quella dentro la scatola di cartone, anch'essa immancabilmente con le alette aperte);
- il cartone di latte vuoto buttato, non si riesce neanche a dire, in verticale nel bidone, che dai, vuoi sul serio metterti a schiacciarlo per benino?;
- il vestiario buttato tristemente impilato in terra invece che comodamente appeso su una sedia quando è l'ora di coricarsi (non appena dopo aver buttato, non giù giù del tutto, le serrande, beninteso);
- il dormire, se maschi, rigorosamente nudi dalla cintola in su o toh, al massimo, con la canottiera del giorno insieme alle mutande, anch'esse del giorno (il pigiama mai, ovvio; ma vogliamo scherzare?).
Sono, loro, le stesse persone che ti daranno il benvenuto a casa loro con l'ipocrita "scusa il disordine, scusa il casino", ma ovviamente non faranno mai niente per non fartelo trovare la volta successiva, e che, sempre intorno a loro e al loro metro di paragone ruota il mondo, altrettanto immancabilmente, ti diranno un lusinghiero (però quanta-implicita-voglia-di-metterti-in-imbarazzo-per-quanto-sei-freak-control) "accidempolina, che ordine!" quando sono loro ospiti tuoi. Lo stesso troiaio di persone che se ti chiedono una sigaretta e tu rispondi "mi spiace, non fumo" si sentono in dovere di dirti "beato te", come se loro, poveretti, avessero subito una maledizione che li condanni a fumare per l'eternità. Due secondi dopo, chiaro anche questo, stanno già esaltando il merdoso catrame della sigaretta misto all'amaro del caffé. Due secondi dopo, ancora più ovvio, sono a cacare in ogni posto loro capiti a tiro, perché niente fa andare di corpo in maniera ufficiale come caffé atque sigaretta. Sia chiaro, poi: queste persone, praticamente tutto il genere umano maschile e, triste a dirsi, ormai femminile (nelle scuole non c'è più "Economia domestica" del resto), dormiranno sonni ben più felici dei miei, russeranno, avranno un compagno/a accanto, avranno un lavoro l'indomani mattina, faranno belle vacanze, avranno il sogno di tutti gli esseri umani che siano decentemente intelligenti e civili: un figlio/figlia. E io, e i pochi noi come me, giù a non avere nemmeno il cantuccio di un sogno a disposizione da succhiare, da mungere, da spremere. Giù a patire.

La vita sì, è proprio bella.