martedì 24 aprile 2007

American Gnicche #3.
















La cosa toga de gira’lmondo è che ala fine t’acorgi che nsemo altro che un unico, grande paese. Voglio dì proprio quello: che Lusengeles se pol paragonare al Puggiulino, preciso, paro paro. Tranquillo, aposto toh! La luce elettrica c’ariva, le strade sono asfalte, lo smogghe t’ariva al naso prima de le curegge, i rabuschi son tutt’uno lì a fa’nna ghenga e rapina’lle vecchine. Ensomma, un cambia mica de molto. Che ta’ dì, un ce sarà la sagra del maccheron cu locio, ma pu semo lì eh, mica beghe. En pratica, a stacce a lungo, t’acorgi che pure la lingua segue gli stessi schemi, le stesse regole che paddave’ a che afa’ con quelli de Rezzo iobonino. La lingua, quella cosa viva e vegeta che muta, se trasforma in quello e cotesto, che s’arvolta a seconda de come uno la usa o ulla usa; quella cosa che te dà l’idintità e te fa sembra’ piu vivo, specie quando acatti na cicala e quella ulla finisce de smucinatte el palato col su turciglion de ciccia madonnabona. La lingua è proprio cotesta cosa lì, bravi!
Ensomma, girellando e argirellando, salten fora anche i loghi comuni, le frasi fatte, gli steroidi, l’intercalari, i modi de dire… Tutt’un casin de roba che te fa sentire a casina ogni volta de più. Anche perché scopri, lì più che mai, che tuttel mondo èn paese. Npaesone se vulite, ma sempre den paese se quistiona. Oggi, peffalla breve, ho scoperto che il nostrale “tocca ferro” se dice, daste parti, “noccunvud”. Ah, nfate i bischeri e atenzione eh, che questa è come se pronuncia la frase, che pare de sentì nceco del Chiaveretto dicchencvede. Ma tanto lo saprete già, in inglese la pronuncia dela frase è spesso anzicheno molto diversa da come la medesima se scrive. Nel fattispecio, la frase in quistione se scriverebbe cusì: “nocc un vud”, con la doppia spaziatura a dappiù enfasi ale tre singole parole, a fassì che uno che la scriva o che la legga ci pensi su almeno du volte dopogni singola parola, a fassì, ala fin del salmo, chel brodo salunghi npochino, che sinnò ale millottocento battute d’ordinanza col cacchio che c’arivi ogni volta.
En pratica, il nostro tocca ferro doventa un bussalegno, a tradurre letterale. Ma, come mensegnava el mi maestro poraccio ch’è morto dun malaccio l’altro par de sere fa, tradurre letterale è sempre nmale e, ala fin del salmo, parafrasando, el significato dela frase doventa: “scopa Pinocchio”. Paraccio el mitico Pino, l’americani ce lanno contro de lui perché ncittino cusì togo ullanno maavuto, come m’ha ditto na vicchina che stava schiantando a brutto muso sul’asfalto cocente che qua’l solarino picchia come ncoso. Io ho appreso la lezione e, gratole, me ne sono pu ito via al’ipercoppe locale qua, che c’avevo napuntamentino con du offertine trepeddue da sognalle la notte. Ah e se’, le pedinavo da npo evvia, ma ala fine ce l’ho fatta a famme na spanciata de quelle da raccontalle. Oh-oh bonini custì, magari la prossima mesata eh!

sabato 7 aprile 2007

Savoir-faire.

L'annusamento della fica, orifizio femminile noto a tutti per rilasciare quegli umori dell'acqua d'uopo a chi segue una diuresi contro i calculini o a chi soffre di varicoceli notturni, è una pratica tanto antica quanto bensana. La praticavano, da che risulta dai tomi della Storia, finanche i babilo-assironesi per mondare le cavità nasali dagli odoracci della guerra e, anche, dalla sinusite con sangue colante dovuta al freddo marzolino. Che là da loro lo scirocco tirava parecchio. Convinto sostenitore della teoria dei corsi e dei ricorsi storici poc'anzi fa accennata dal Vico, non vedo perchè mi dovrei abbassare al non usare tale odorosa pratica. Questo per dire che, di fatto, come ne ho avuto l'occasione, ho dato di quelle sniffate da far tutt'uno col vecchio amico lo sfregiato. E, beninteso, ne ho tratto gran giovamento. Sì, perchè la fica, se capace di impregnare debitamente ciò che pudicamente la ricopre a favore del decoro del demanio pubblico, ha due miracolose proprietà. L'una, appartenente alla tipologia di fica agra, è di rilasciare nel cosmo attorno a sè le sostanze necessarie alla fotosintesi delle piante, dunque a favorire la vita. Olfattando ben bene la guepiere che ha tornito appropriatamente una fica agra se ne trae immediato sollievo, attestabile secondo una formula che gli scienziati del mondo hanno ricondotto ad alcuni numeri e cifre, ovvero E=mc2. L'altra qualità, riconducidibile alla seconda tipologia di fica, la fica asperrima con retrogusto dolciFICAnte, è quella di rilasciare fosforo e, allo stesso tempo, di agevolare la crescita degli spinaci. Pensate un po' il miracolo di natura: il fosforo per la memoria, ovvero l'embrione della cultura, gli spinaci come coattivante di ferro, dunque di forza, saldezza, potenza. Braccio e mente, solidità e intelligenza, tutto questo grazie a un bocciolino di carne che, tanto prezioso com'è, madre natura ha pensato bene di nascondere dietro un triangolino di foresta pluviale estrapolato da quella egoista dell'Amazzonia che ne voleva troppa per sè di boscaglia e dietro il fiume Venere con foce a delta.
L'altro grave problema che affligge l'umanità, e per questo ci son tutte le guerracce che ci sono, è che, fra i pochi che ormai annusano giornalmente fica, non tutti sanno come annusarla appropriatamente per beneficiarne a puntino, e di conseguenza farne beneficiare tutto il genere umano. Bisogna saperci fare, ecco. La mia plurima esperienza ha fornito le basi per permettermi di parlarne. Innanzitutto, l'indumento pulsante fica deve essere odoroso soltanto di quel fragrante aroma e non altro. Non si devono cercare indumenti che odorino anche di cureggine, per farla breve. L'autenticità dell'afrore è il primo passo per il secondo Big Bang della Storia. La seconda e ultima regola fondamentale è che, nel mentre si annusa, si può liberamente prendere la propria ciste di carne in mezzo alla gambe, farla stagionare come col pecorino e continuare a massaggiarla con la mano in su e in giù, proprio come se si stesse adoperando una sega a vapore da falegname. Ma, attenzione, mano destra se la fica è agra, mano sinistra se la fica è nell'altro verso.

In ultimo, il segreto da tramandare a memoria: fica non è l'anagramma di pupù. Peccato, ma va sempre tenuto in considerazione quando si annusa.