Qualche sigaretta
di troppo
ti hanno reso la voce
di ferina sensualità
come se una rauca tigre
ruggisse al tuo interno eco
per chissà quale processo
di osmosi
ne respiro erosive boccate
- lingue di bruciato più spettri dei miei sogni che nebbia - e
l’asma cerebrale si risveglia
credevo fosse più facile
di pendere dal male
non dall’innocente blasfemia alla quale ti volti
non dalle tue labbra alla nicotina
sapessi almeno
che differenza c’è
fra una rossa e una nazionale
per sapere
quanto sono vivo quanto sono morto
7 commenti:
Però!
Quando Fontina Boy si trasforma nel poeta Johnny Rorida si fa sempre particolamente raffinato. Molto bella.
Anch'io, come te, le uniche sigarette che consumo sono quelle di chewingum che trovo nella calza della befana.
Però un cacchio, Acid!
Quando si è trattato di votarmi, e votare questa stessa poesia, ti sei bellamente astenuto e mi fai ora i complimenti?
Non ci sto, non foss'altro che mi hai fatto perdere la versione extended di Lava Gina, la verofinta fica in vetroresina e propilene che dispensa felicità e che avrei potuto amare (e, ça va sans dire, sborrare) da qui all'eternità.
C'è qualcosa che mi sfugge: dove l'avrei dovuta votare? Nemmeno l'avevo mai letta prima d'ora.
Uhm, mi sa che non ti è mai arrivata una certa email allora. Gmail ha dei bug che rompono però!
poesia straordinaria!
Eh lo so, anonimo. Me l'ha confermato anche Mario Luzi prima di spirare. Anche da morto, nelle prime 24 ore, non parlava d'altro. Alla fine era diventato così pedante che toccò ucciderlo.
Eh lo so, anonimo. Me l'ha confermato anche Mario Luzi prima di spirare. Anche da morto, nelle prime 24 ore, non parlava d'altro. Alla fine era diventato così pedante che toccò ucciderlo.
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