martedì 15 luglio 2008

Induvai Indurain

Le mode non mi sono mai piaciute. E' per questo che, fregandomene sublimamente del ciclismo, fra il 1991 e il 1995 - io avevo fra le undici e le quindici lune, lui (cippirimerlo!) fra i ventisette e i trentuno anni di comune mortale che una volta passati non ritornano più - elessi a mio idolo Miguel Indurain Larraya, detto anche Indurain, ridetto anche "il Navarro triste" per via della curiosa coincidenza per cui il suo secondo cognome, Larraya, aveva la stessa allitterazione doppia in r della parola 'navarro'. Quando io eleggo, non ci sono santi in paradiso che tengano: eleggo. (Oggi, più grande e maturo, passatemi il calembour, scarico invece libri ed e-leggo.) Quando c'era Indurain il mondo mi sembrava migliore e anche io avevo cambiato le mie parche abitudini di vita: in pratica, allora m'era presa la fissa di svuotare il duodeno dopo aver pranzato invece che prima, cosicché potessi espellere il malaccio arrecato dai cibi subito invece che trattenerlo intramoenia a far che poi non si sa. Di solito, per scendere nel concreto, succedeva questo: pranzavo (che bello l'ovetto fresco che mia mamma mi buttava giù a imbutate - chiara e tuorlo, che ognuno a suo modo fa tutto bene - contro la mia volontà da estirpare anche a colpi di cilicio plus frullati energetici di carote pre-Ace), leggevo in terrazza a pancia in giù di modo che il frescolino dell'impiantito producesse i suoi effetti benefici, qualche avvisaglia gassosa, poi la liposuzione del bisogno-quello-grosso da parte di mio babbo, infine l'accendersi di una Rai qualsiasi - mai più di mezz'ora che fa male agli occhi - a mostrare le gesta di questo don chisciotte dell'andatura bipede ma sui pedali e, occasionalmente, contromano. Lì, lui sulla sua dueruote e io sulla mia cyclette, entrambi eravamo sudati e uniti contro uno, nessuno, centomila mulini a vento, in un'adolescenza estiva e italiana che era solo mia ma che toh, togo com'ero, un pezzettino gli avrei potuto pure cedere.

Oggi che corro su quell'età di Indurain mi chiedo com'è possibile avere l'età indefinita di un mito, e che fine abbia fatto Indurain, su quali strade stia andando, perché nessuno lo ricordi più, perché funziona così-che la quotidianità non viene da menzionarla?; ma soprattutto, spaurito, mi chiedo: induvai te, Fontina Boy?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A quanto ne so, oggi Indurain organizza combattimenti clandestini di pitbull contro neonati. Comunque il mio ciclista di riferimento è sempre stato Saronni. Vuoi per la pettinatura stile grande depressione americana, vuoi perché era sponsorizzato dalla Del Tongo. Erano anni in cui si stava o di là o di qua: o eri per Moser o per Saronni. Un altro che m'è rimasto in mente è stato Pantani, perché fu uno dei pochi fanatismi del Palazzi, che amava dire: "Di bravi ce ne sono tanti, ma Pantani te fa sognare". Altro ciclista con cui ho avuto a che fare: Cipollini. Che cadde in volata nella tappa aretina del Giro D'Italia del 2004. Il giorno dopo avevo un day hospital per questa storiaccia del capitello radiale e al reparto ortopedico di S. Donato c'era pure lui (che però non vidi).

Anonimo ha detto...

ehilà! Bentornato! Passate bene le vacanze? Hai reso benissimo l'idea di quei caldi pomeriggi dove, assieme al babbo, seguivamo le gesta di questi campioni! Non ricordo: ma Indurain c'era nelle palline da spiaggia? Perchè se non sei sulle palline da spiaggia, non sei nessuno!
Stefano

Fontina Boy ha detto...

Intendi le biglie, anche dette le "gonadi della battigia"? No, che io ricordi lui non c'era; ma io ricordo sempre poco e male.

ps. in realtà sono già riandato via, stavolta parecchio via. Frullo come le palline della spiaggia.

Anonimo ha detto...

e dove sei adesso, di grazia?
Stefano

Fontina Boy ha detto...

A cercare di prendere la còrea di Huntington in Corea perché ho scoperto che qua la danno via gratis come il pane (che qua, per contrappasso, non esiste). Era da quando finii l'album calciatori Panini stagione 1985/1986 che non mi pigliava un collezionismo così sfegatato. Ora colleziono malattie terminali per il Mohssad: paga di molto bene.

Anonimo ha detto...

guarda di tornare tutto intero, eh? Mi SERVE, un critico letterario! Ciao e buon divertimento!
Stefano