lunedì 18 dicembre 2006

Nonna!

Ciao nonna,
e così, dopo tante volte che hai fatto finta di cercarmi, al gioco del questurino contro il piccolo ladro, ti sei voluta nascondere tu, e per giunta ti sei nascosta pure bene. Sai che ti dico? Hai fatto la cosa giusta! Tocca un po’ a tutti il divertimento, che posso facilmente scommettere come tu – sorniona e discreta – ti stia già divertendo. Tanto ti troveremo, magari ci vorrà un po’ ma ti troveremo. Stanne certa! E' una certezza più che una minaccia.
Certo è un po’ strano saperti partire proprio quando anche io sono lontano. Poi ci penso un attimo e non posso fare a meno di ringraziarti: sapevi bene che scrivo meglio di come mi presento e sapevi ancora meglio che, fra tutte le cerimonie formali, gli addii sono quelli che meno fanno per me. Non si sa mai quel che dire e allora ci si abbandona alla tristezza e alla compassione, come fossero l’unica realtà possibile.
Eppure, se uno decide di partire, o semplicemente di traslocare, dovrebbe essere per andare verso un meglio. Certo, rimane quella sfuggevole tensione per l’imminente cambiamento, ma poi si comprende che è stata la soluzione migliore e ci si abitua presto. Sia chi compie l’azione sia chi, di riflesso, la subisce.
Io davvero non so se questo meglio esiste, e nel caso se si può chiamare aldisu o aldigiù. So un’altra cosa però: che i tuoi tempi erano naturalmente maturi, come quelli di un frutto che o viene colto sano dall’albero o finisce per imputridire a terra; e sono felice che tu sia stata colta quando ancora potevi dare qualcosa altrove piuttosto che inacidirti qua insieme a noi già così acidi. Sarebbe stato penoso per tutti, quello davvero sì.
Personalmente, mi piacerà ricordarti sulla cyclette manco tu dovessi partecipare al prossimo tour, gli occhiali di una volta buoni per il volto di Golia e non per la tua magrezza, le tue piccole ossessioni che tanto mi hanno dato fastidio. Sai com’è, la memoria addolcisce e ispessisce ogni cosa.
Oh, il tuo treno sta per partire, e ancora ti devi mettere le scarpe giuste, devi spegnere tutte le luci, serrare tutte le finestre… Adesso, forse, la luna che tanto ti piaceva osservare dalla finestra la vedrai più nitida.
Buon viaggio. Non dimenticare la papalina che ci potrebbe essere qualche spiffero balordo.

Infine, per non dimenticare: ti saluto con uno ciao perché la vespa costa troppo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un pezzo toccante. E lei era una gran donna, l'ho sempre detto, anche se l'ho vista solo due volte. Un personaggio da famiglia Tenenbaum. Di naturale eleganza, intelligenza e sensibilità. Sicuro che te la meritavi? Mmmhhh, ullo so mica.

Anonimo ha detto...

Fontina Boy, sono commosso. Ma veramente.

Anonimo ha detto...

i'm just a man
i'm not a hero
we'll carry on!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Comunque devo dire che quasi tre settimane senza un post m'hanno mandato in crisi d'astinenza. Io però non vedo l'ora che pubblichi qui una tua certa raccolta che sai.

Oh, Lozissou, quando scrivi sullo Sgargabonzi linkati il tuo blog al nick, che poi almeno la gente è incuriosita e viene a vedertelo.

Fontina Boy ha detto...

Mi spiace. C'ho avuto proprio da fare, e il blog era l'ultimo dei miei pensieri. Per quanto mi riguarda, sono contento che non me ne sto facendo, per ora, sopravanzare.
Proverò a linkarmi, sullo Sgarga. Ma già patisco a lasciare commenti qui, pensa te.

Anonimo, così non vale eh!