Noto
come
con eloquenza
sfacciata eleganza
questa coppia
di fronte a me
passeggia e
fuma
sollevando e
abbassando
all’unisono
la sigaretta
formando e
riformando
un pensiero unico
una sola necessità
non curandosi del
silenzio
che si scambiano
impassibili
di boccata
in boccata
sempre uguali
tutte regolari
non curandosi di
chi li segue
che immagina
senza poterne fare a meno
bocche liquide di fumo
nell’eterna
attesa di un bacio
che rovinerebbe il
glamour del rossetto
appena screziato di grigio
di un residuo di tabacco
di lei
e il labbro appena arcuato
ancora insapore della
sua oralità
di lui.
come
con eloquenza
sfacciata eleganza
questa coppia
di fronte a me
passeggia e
fuma
sollevando e
abbassando
all’unisono
la sigaretta
formando e
riformando
un pensiero unico
una sola necessità
non curandosi del
silenzio
che si scambiano
impassibili
di boccata
in boccata
sempre uguali
tutte regolari
non curandosi di
chi li segue
che immagina
senza poterne fare a meno
bocche liquide di fumo
nell’eterna
attesa di un bacio
che rovinerebbe il
glamour del rossetto
appena screziato di grigio
di un residuo di tabacco
di lei
e il labbro appena arcuato
ancora insapore della
sua oralità
di lui.
9 commenti:
una bella immagine, carissimo. Bella e triste... ecco il messaggio che mi lancia la tua riflessione.
Spero di risentirti presto...
in ogni caso, non dovessi farcela prima: buon Natale, carissimo amico!
Stefano
Oh, era l'ora che qualcuno degnasse di un primo commento questo post tristo e sfigato.
Grazie e anche di molto, Stefano!
Auguri a te e a presto, sì.
Ammettilo, qui hai cavalcato l'hype di un'altra tua felice poesia tangente al fumo e che ha avuto un successo editoriale, e il risultato mi pare all'altezza. Il prossimo passo, te lo dico, è iniziare a fumare. Quelli dopo, nell'ordine: prendere l'abitudine di giocare ai cavalli, farsi di etere e gareggiare in corse clandestine nella zona industriale d'Arezzo.
Tra l'altro l'immagine dei gesti di una coppia riportati in diretta dal narratore (o dal poeta), mi fa venire in mente questa notevole canzone di Baglioni, "Quei Due", per certi versi simile: http://www.youtube.com/watch?v=n0D3Eds56vc
Ammetto che questa poesia possa inserirsi come un continuum con l'altra, già baciata dal Successo Editoriale in effetti. Però no, è nata d'istinto e d'improvviso una volta che mi è capitato, per caso, di camminare dietro a una coppia che fumava così come la descrivo. E' stata una immagine fortissima: ora le attende un Bis Editoriale.
Ma roba da matti... bisogna portarti via se in un pub c'è uno solo che fuma dall'altro lato della stanza, e poi però ti metti apposta in scia dietro a coppie che fumano. Ma io me domando e dico...
Ma non mi sono messo in scia apposta: s'andava tutti e tre nella stessa direzione, e c'era un unico senso obbligato e loro erano davanti a me, quindi non ho potuto fare altro che 'seguirli' e sì, beccarmi il loro fumo. Invadente ma ispirativo se non altro.
Capito. E' un ragionamento che, come direbbe Frassica, non fa una griglia.
Che bella 'sta poesia, Rob!!! Ma perchè non ci siamo conosciuti prima?? che la maledizione cada sui banchieri!! Ma non sono forse già stati maledetti dalla loro professione?
;)
Grazie, Martina! Ma sai che inizio a domandarmelo anche io, e quando io inizio a domandarmi delle cose, è segno che. Pensa che ogni tanto il mi' babbo c'ha provato a invitarmi a pensare alla possibilità di fare il banchiere: quanto c'avrà capito, del su' figliolo...?
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