Le medie, che periudino!
In prima, a parte il fatto di essere crocefisso un giorno sì e l'altro stavo a casa, mi divertivo, smettevo solipsisticamente di leggere Topolino e intraprendevo la lettura con sangue & tette (oh, a volte s'intravedeva il pezzato nero laggiù!) di Dylan Dog, passavo dal chiamare per nome al farlo per cognome (Fede diventava il Barbini, Marco lo Staderini; Giovanni non meritava nemmeno tale evoluzione, avendoci tradito per la B, la sezione col francese e con la Severi), dai compagni del rione e delle elementari agli amici che venivano da lontano (Ceciliano, Quarata, Ponte Buriano...: oh, gli ci voleva l'autobus per arrivare!), ai bocciati ("mamma, ma e se i bocciati mi fanno vedere i sorci verdi?"), a quelli che non fumavano giusto perché ancora s'era alle medie. Voi ci scherzate ma fra i bocciati c'era anche il Lucani, uno che aveva già p-o-m-i-c-i-a-t-o e forse forse anche qualcosa di più! Venivo crocefisso perché ero alto massimo 1,36 metri e all'epoca - un'epoca che è durata pressappoco tre lustri - mi rodeva non poco. Altitudine modesta e conseguenti mani piccole, sempre avute, non mi permettevano di eccellere soltanto in ginnastica - non afferravo la palla di pallamano - e in musica - non tappavo tutti i buchi del flauto di merda. Si può essere alti massimo 1,36 metri quando attorno avevi cavernicoli della tua età già da 1,80 e passa. Manolo!, Manolo della B!, che cazzo di finaccia hai fatto? Che poi lui, paraccio, era una pasta: ti curvava le dita all'indietro ma mica te lo negava mai, un sorrisone felice. Spero che la droga ti abbia messo le ali, guarda. Però, solo per il leggere (indovinate chi era il primo nella graduatoria dei libri presi in prestito e riconsegnati?), sapevo cos'erano le mestruazioni, conoscevo tutti i nomi dei genitali maschili e femminili (mi mancava giusto clitoride, ma quello pure per molte donne è una chimera), ero piuttosto vispo; insomma, le prese in giro erano bonarie, come fra uomini d'onore, ma finivano lì; poi, magnanimo come Abele, io ho sempre fatto copiare senza piaggeria e allora, anzi, ero proprio rispettato. Roba che dopo qualche giorno ero già diventato il miglior amico di Marcellino, lo spacciatore napoletano delle case popolari, e avevo davanti a me tre anni di rendita. Roba che un'altra volta, nello spogliatoio dei maschi (l'inferno sulla Terra: assi, pancali di legno, orinatoi, oggetti contundenti eventuali e... docce, con l'aggiunta del prof. immancabilmente giù in palestra dunque assente), mi arrivò sulla schiena e a tutto fòco una scarpa da ginnastica non destinata a me, lasciandomi in apnea per un minuto o più e in lacrime, senza che questo - nemmeno le lacrime esibite! - si tramutasse in ludibrio. Pensate voi, per arrivare a un risultato così, al lavorìo che avrò dovuto fare per compensare l'onta delle mie deficienze fisiche? No dico, pensateci un po' su! Beh, ve la dò io la risposta: neanche tanto.
In prima, a parte il fatto di essere crocefisso un giorno sì e l'altro stavo a casa, mi divertivo, smettevo solipsisticamente di leggere Topolino e intraprendevo la lettura con sangue & tette (oh, a volte s'intravedeva il pezzato nero laggiù!) di Dylan Dog, passavo dal chiamare per nome al farlo per cognome (Fede diventava il Barbini, Marco lo Staderini; Giovanni non meritava nemmeno tale evoluzione, avendoci tradito per la B, la sezione col francese e con la Severi), dai compagni del rione e delle elementari agli amici che venivano da lontano (Ceciliano, Quarata, Ponte Buriano...: oh, gli ci voleva l'autobus per arrivare!), ai bocciati ("mamma, ma e se i bocciati mi fanno vedere i sorci verdi?"), a quelli che non fumavano giusto perché ancora s'era alle medie. Voi ci scherzate ma fra i bocciati c'era anche il Lucani, uno che aveva già p-o-m-i-c-i-a-t-o e forse forse anche qualcosa di più! Venivo crocefisso perché ero alto massimo 1,36 metri e all'epoca - un'epoca che è durata pressappoco tre lustri - mi rodeva non poco. Altitudine modesta e conseguenti mani piccole, sempre avute, non mi permettevano di eccellere soltanto in ginnastica - non afferravo la palla di pallamano - e in musica - non tappavo tutti i buchi del flauto di merda. Si può essere alti massimo 1,36 metri quando attorno avevi cavernicoli della tua età già da 1,80 e passa. Manolo!, Manolo della B!, che cazzo di finaccia hai fatto? Che poi lui, paraccio, era una pasta: ti curvava le dita all'indietro ma mica te lo negava mai, un sorrisone felice. Spero che la droga ti abbia messo le ali, guarda. Però, solo per il leggere (indovinate chi era il primo nella graduatoria dei libri presi in prestito e riconsegnati?), sapevo cos'erano le mestruazioni, conoscevo tutti i nomi dei genitali maschili e femminili (mi mancava giusto clitoride, ma quello pure per molte donne è una chimera), ero piuttosto vispo; insomma, le prese in giro erano bonarie, come fra uomini d'onore, ma finivano lì; poi, magnanimo come Abele, io ho sempre fatto copiare senza piaggeria e allora, anzi, ero proprio rispettato. Roba che dopo qualche giorno ero già diventato il miglior amico di Marcellino, lo spacciatore napoletano delle case popolari, e avevo davanti a me tre anni di rendita. Roba che un'altra volta, nello spogliatoio dei maschi (l'inferno sulla Terra: assi, pancali di legno, orinatoi, oggetti contundenti eventuali e... docce, con l'aggiunta del prof. immancabilmente giù in palestra dunque assente), mi arrivò sulla schiena e a tutto fòco una scarpa da ginnastica non destinata a me, lasciandomi in apnea per un minuto o più e in lacrime, senza che questo - nemmeno le lacrime esibite! - si tramutasse in ludibrio. Pensate voi, per arrivare a un risultato così, al lavorìo che avrò dovuto fare per compensare l'onta delle mie deficienze fisiche? No dico, pensateci un po' su! Beh, ve la dò io la risposta: neanche tanto.
E poi c'erano tanti altri che, magari più fortunati geneticamente ma meno schioc-schioc, si meritavano tutto il disprezzo di un'intera classe, compreso il mio: il Livi puzzava, la Bidini c'aveva il capo a cisterna, il Barbini stava diventando Moco, il Mariottini nano strafotteva pure, il Baracchi era tonto, il Mulè ci sembrava finocchio, la Rossi finocchia. Sì, finocchia!
8 commenti:
Le medie... fino alle elementari siamo tutti in famiglia, gli ormoni stanno buoni e tutti siamo amici. Le medie ci catapultano nel mondo delle sigarette, dei collini, del coraggio e della paura, delle scelte da fare, delle vendette, delle amicizie possibili e impossibili, delle cittarelle che crescono, delle seghe, della malinconia. Lì siamo tutti napoletani spacciatori. Periodo duro ma irrinunciabile. Però è vero, è difficile odiarsi alle medie. Alle superiori, invece, dove c'è meno scontro fisico e più scontro simbolico, lì si che ci si odia. Io ancora uno o due delle superiori se li trovo per Arezzo ostento di non salutarli, perché ancora mi stanno sui coglioni.
>>delle scelte da fare
So che sarà il sale della vita, ma ecco: che voglia di tornare ad avere l'età di non poter scegliere.
>>Io ancora uno o due delle superiori se li trovo per Arezzo ostento di non salutarli, perché ancora mi stanno sui coglioni.
Il mi' fratello, che ti chiamava Bernacca, è fra questi?
No, no, il tu' fratello mi stava simpatico... apparteneva come me al reparto nerds. Ricordo un giro perimetrale della scuola che ci ho fatto a braccetto e saltellando, in quinta. C'erano invece i fighetti, e quello è un altro discorso.
>No, no, il tu' fratello mi stava simpatico
Male sta cosa. Mio fratello non è simpatico.
Ma il Bidini è quello che conosco anche io, che era in classe col Palazzi alle superiori? Ecco, allora ti rivelo un segreto: sappi che alle superiori c'aveva la pettinatura a banana.
Comunque Fontinaboy alle medie deve essere stato uno che te lo raccomando.
LA Bidini in questo caso, non il Bidini (che mi sa ho capito chi intendi, in ogni caso - uno che sta in zona Catona vero?, e che di fatto, avendo fatto le superiori con il Palazzi, è più grande di me e non avrebbe potuto fare le medie con me).
Se ero uno che te lo raccomando? Guarda, ti rivelo un segreto io(che farò pubblico in un prossimo post): in pieno silenzio da appello, tirai un cureggione da far tremare i muri. Me scappava e me scappò liberella, la malandrina.
Fontinaboy, ascolta a me: in verità, in verità ti dico, che le medie è bello ricordarsele, ma meglio ancora è uscirne, anche mentalmente.
No gesù, non mi dire così.
Io non credo a te piuttosto! Ripiglia le tu vesti umane che se va a fare du versi, alò.
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