domenica 19 ottobre 2008

Canali

Una volta tanto, ho una confessione di debolezza: a Geografia non sono mai stato un luminare. Intendiamoci: lì per lì, a studiarla per saperla per l'interrogazione dell'indomani, ero un asso e, anzi, quasi mi piaceva pure. Tipo che mi dicevi "Isernia" e ti sapevo rispondere senza fallo e in fila: provincia altresì detta targa, regione d'appartenenza, peculiarità eco-socio-cultu-poli varie ed eventuali, idrografia e orografia, settore primario, poi secondario, infine terziario, tasso demografico, cartografia delle placche tettoniche di Los Angeles (io però, furbo, nel frattempo fantasticavo su ben altre placche, per la precisione quelle tettoniche di Romolina Zoroastri, la mia compagna di banco capace di rendersi indecorosa a ogni ricreazione), numero di adulteri commessi in loco nel 1992. Poi, però, accadeva che due giorni dopo vedessi una macchina targata "IS" e rispondessi: "Forte, viene da Isonzo". Che stronzo! (non so se l'avete capito, ma faceva una rima irresistibile.) Quantunque mi applicassi, la Geografia non mi entrava in testa, subendo perdipiù l'onta di un cugino che, a memoria e senza sforzo, sapeva persino il nome della capitale di Canberra. Canberra... Canberra.. Canberra. Ops, eheh, Canberra è già una capitale. Canberra... Canberra.. Canberra. Per inciso, mi chiedo se è da Canberra che vengono i Cranberries. Non memorizzando la Geografia, in pratica non ho mai capito la questione dei canali. Tipo se Suez sia artificiale o se il Passo del Bordoi potesse essere classificato anche come canale, e via di questo - ehm - passo. E' per questo deficit che alla fine, alle medie, io avevo una convinzione di tutto rispetto sia pure un po' infantile: che l'indotto della fica fosse diametralmente collegato con l'esdotto dell'ano. Se non ci arrivate, sarebbe il buco del culo. Sarebbe a dire che ero convinto che una donna seduta a sedere, se nuda, facesse luce. Una galleria che iniziava con una selva oscura e, senza illuminazioni di sorta, finiva per stringersi come gli imbuti che servono per infiascare il vino. O, presa dalla parte opposta, un binocolo in cui guardare dentro ma non vedere ingrandito. Le donne, in pratica, per me non avevano intestini, organi interni, duodeni, milze, neanche una parvenza di sgommature di lei - sì, la cacca. Un traforo netto e perfettamente longilineo, come un foglio protocollo arrotolato per bene. Volendo, c'è caso che come cerbottana fosse infallibile. Era una convinzione, ma non una certezza: avevo visto mille donne nude, ma tutte su quei giornalini tipo Topolino solo un po' meno in vista nelle edicole e, si sa, sulla carta stampata il fotoritocco è prassi consolidata. Era una convinzione che nasceva peraltro da basi molto solide: il mio amico prepotente, una volta, aveva detto che Moana (cito testuale perché non mi voglio sporcare la bocca con un costrutto grammaticale così rozzo), "a forza di pigliallo nel culo, gliel'avevano sfondato", e io, intelligente, avevo dedotto che se un culo si sfonda come fosse un muro, da qualche parte si dovrà pur arrivare. E la luce fu!

Ad ogni modo, tanto per capire quanto grande è stato nella mia vita il tarlo della Geografia e di questi canali, se quel mistero l'ho presto disvelato, è un altro che tuttora non mi lascia dormire: com'è che la piscia e la sborra escono dallo stesso buco? Non sembrandomi tanto igienico, mi chiedo: non è che a me, alla nascita, m'hanno tappato un foro col calcestruzzo, così per dispetto, per grulleria?

domenica 5 ottobre 2008

Gli effetti della nicotina




















Qualche sigaretta
di troppo
ti hanno reso la voce
di ferina sensualità

come se una rauca tigre
ruggisse al tuo interno eco

per chissà quale processo
di osmosi
ne respiro erosive boccate
- lingue di bruciato più spettri dei miei sogni che nebbia - e
l’asma cerebrale si risveglia

credevo fosse più facile
di pendere dal male
non dall’innocente blasfemia alla quale ti volti
non dalle tue labbra alla nicotina

sapessi almeno
che differenza c’è
fra una rossa e una nazionale

per sapere
quanto sono vivo quanto sono morto