Le mode non mi sono mai piaciute. E' per questo che, fregandomene sublimamente del ciclismo, fra il 1991 e il 1995 - io avevo fra le undici e le quindici lune, lui (cippirimerlo!) fra i ventisette e i trentuno anni di comune mortale che una volta passati non ritornano più - elessi a mio idolo Miguel Indurain Larraya, detto anche Indurain, ridetto anche "il Navarro triste" per via della curiosa coincidenza per cui il suo secondo cognome, Larraya, aveva la stessa allitterazione doppia in r della parola 'navarro'. Quando io eleggo, non ci sono santi in paradiso che tengano: eleggo. (Oggi, più grande e maturo, passatemi il calembour, scarico invece libri ed e-leggo.) Quando c'era Indurain il mondo mi sembrava migliore e anche io avevo cambiato le mie parche abitudini di vita: in pratica, allora m'era presa la fissa di svuotare il duodeno dopo aver pranzato invece che prima, cosicché potessi espellere il malaccio arrecato dai cibi subito invece che trattenerlo intramoenia a far che poi non si sa. Di solito, per scendere nel concreto, succedeva questo: pranzavo (che bello l'ovetto fresco che mia mamma mi buttava giù a imbutate - chiara e tuorlo, che ognuno a suo modo fa tutto bene - contro la mia volontà da estirpare anche a colpi di cilicio plus frullati energetici di carote pre-Ace), leggevo in terrazza a pancia in giù di modo che il frescolino dell'impiantito producesse i suoi effetti benefici, qualche avvisaglia gassosa, poi la liposuzione del bisogno-quello-grosso da parte di mio babbo, infine l'accendersi di una Rai qualsiasi - mai più di mezz'ora che fa male agli occhi - a mostrare le gesta di questo don chisciotte dell'andatura bipede ma sui pedali e, occasionalmente, contromano. Lì, lui sulla sua dueruote e io sulla mia cyclette, entrambi eravamo sudati e uniti contro uno, nessuno, centomila mulini a vento, in un'adolescenza estiva e italiana che era solo mia ma che toh, togo com'ero, un pezzettino gli avrei potuto pure cedere.
Oggi che corro su quell'età di Indurain mi chiedo com'è possibile avere l'età indefinita di un mito, e che fine abbia fatto Indurain, su quali strade stia andando, perché nessuno lo ricordi più, perché funziona così-che la quotidianità non viene da menzionarla?; ma soprattutto, spaurito, mi chiedo: induvai te, Fontina Boy?