
- porte di casa né chiuse né aperte, bensì (ohibò!) lasciate semiaperte;
- la porta del bagno lasciata semiaperta anche quando uno ci ha cacato dentro (con, beninteso, la finestra del bagno invece chiusa);
- il tubetto del dentifricio strizzato dalla metà o, peggio ancora, dalla cima;
- gli schizzi di piscio sull'orlo del water se sono maschi (argh);
- il tubetto del dentifricio strizzato dalla metà o, peggio ancora, dalla cima;
- gli schizzi di piscio sull'orlo del water se sono maschi (argh);
- i peli del cazzo o della fica nel bidè o, che brividi!, nella griglina della doccia;
- le orme delle scarpe in casa se fuori ha piovuto (che mica possiamo, noi yuppies, perdere due minuti due a strofinare bene gli zerbini);
- i tappi delle bottiglie, uff, avvitati mica del tutto;
- i barattolini delle spezie semiaperti, capovolti e, ci mancherebbe!, seminanti spezie dove capita;
- l'oliera unta anche all'esterno, perché, capirai!, ce ne vuole a passare un ditino a raccogliere la goccia che cade sempre e per forza;
- i coltelli inseriti nel portaposate con (diocane!) la punta in alto;
- i coltelli a grillo ritto mischiati alle forchette mischiati ai cucchiai mischiati ai chucchiaini nel portaposate anche se ci sono gli appositi divisori (ma perché?);
- i piatti mischiati alle pentole mischiate ai bicchieri mischiati alle tazze nel portapiatti sopra al lavello anche se ci sono gli appositi divisori (MA PERCHE'?!);
- la busta di plastica dei cereali bellamente aperta (quella dentro la scatola di cartone, anch'essa immancabilmente con le alette aperte);
- il cartone di latte vuoto buttato, non si riesce neanche a dire, in verticale nel bidone, che dai, vuoi sul serio metterti a schiacciarlo per benino?;
- il vestiario buttato tristemente impilato in terra invece che comodamente appeso su una sedia quando è l'ora di coricarsi (non appena dopo aver buttato, non giù giù del tutto, le serrande, beninteso);
- il dormire, se maschi, rigorosamente nudi dalla cintola in su o toh, al massimo, con la canottiera del giorno insieme alle mutande, anch'esse del giorno (il pigiama mai, ovvio; ma vogliamo scherzare?).
Sono, loro, le stesse persone che ti daranno il benvenuto a casa loro con l'ipocrita "scusa il disordine, scusa il casino", ma ovviamente non faranno mai niente per non fartelo trovare la volta successiva, e che, sempre intorno a loro e al loro metro di paragone ruota il mondo, altrettanto immancabilmente, ti diranno un lusinghiero (però quanta-implicita-voglia-di-metterti-in-imbarazzo-per-quanto-sei-freak-control) "accidempolina, che ordine!" quando sono loro ospiti tuoi. Lo stesso troiaio di persone che se ti chiedono una sigaretta e tu rispondi "mi spiace, non fumo" si sentono in dovere di dirti "beato te", come se loro, poveretti, avessero subito una maledizione che li condanni a fumare per l'eternità. Due secondi dopo, chiaro anche questo, stanno già esaltando il merdoso catrame della sigaretta misto all'amaro del caffé. Due secondi dopo, ancora più ovvio, sono a cacare in ogni posto loro capiti a tiro, perché niente fa andare di corpo in maniera ufficiale come caffé atque sigaretta. Sia chiaro, poi: queste persone, praticamente tutto il genere umano maschile e, triste a dirsi, ormai femminile (nelle scuole non c'è più "Economia domestica" del resto), dormiranno sonni ben più felici dei miei, russeranno, avranno un compagno/a accanto, avranno un lavoro l'indomani mattina, faranno belle vacanze, avranno il sogno di tutti gli esseri umani che siano decentemente intelligenti e civili: un figlio/figlia. E io, e i pochi noi come me, giù a non avere nemmeno il cantuccio di un sogno a disposizione da succhiare, da mungere, da spremere. Giù a patire.
La vita sì, è proprio bella.