Io, per quanto mi riguarda, credo di averlo capito - il senso della vita, dico. No, anzi: l'ho sicuramente capito. No, anzi: lo capisco ogni giorno almeno due volte al giorno, spesso pure tre, quando va grassa quattro. Andate nelle case altrui, infilatevi in bagno e lo capirete, se quelli che vi abitano l'hanno capito - il senso della vita. Il dentifricio lo rivela; meglio, il tubetto del dentifricio. Vedete, le statistiche (mi sono informato) rivelano che il 97,6 % della popolazione mondiale, ovvero un bel po', strizza il tubetto del dentifricio a metà, spesso pure - quasi non si riesce a riferire - in cima, sulla cappella. 'Io che fòga! Io, che invece sono per il deep throat, vado alla base, immancabilmente (e ci mancherebbe), invariabilmente, pigiando su ogni piccolo, singolo residuo di pasta dentifricia. Che la guerra pòle sempre ritornare, e conviene mantenere l'improntitudine adatta. Ma è il gesto, poi, che è tutto, mica il risparmio. La gente strizza in cima, o, ripeto, ben che vada a metà, e pensa che sia normale, tale atteggiamento e la testa che l'ha materializzato. Questa è gente che, con la stessa leggerezza, se il tubetto ha il cappuccio a scatto mica lo richiude per bene (no, fa seccare tutto, è solo dentifricio in fondo, s'arcompra, i veri problemi son altri, la fame nel mondo è prioritaria, tesoro l'hai fatto il versamento all'Enpa?); gente che dà l'elemosina e vota Bacigalupo; che dice di essere ambientalista ma alla Cherokee Gran Turismo non ci rinuncia. Sono gli stessi che strizzano il dentifricio a metà o, brr, in cima e, poi, neanche lo rimettono nel bicchierino apposito, accanto allo spazzolino. Lui può stare lì, in orizzontale, sulla sporgenza di fronte allo specchio da bagno: ma che orizzontali, possibilmente freddi, ci diventino loro! Gente, gentaccia malevola, che leva la capsula ai deodoranti, prima di umettarsi, e poi mica la rimette. La lascia, pur'essa, sulla sporgenza di fronte allo specchio da bagno, presto una cloaca immonda di grumi al fluoro e di bave tricolori. Gente che ruma nelle padelle antiaderenti con i cucchiai di inox, che loro sono gente pratica, non vogliono beghe, van di fretta, son toghi loro, yuppi oh yeah! Gente già proiettata al futuro, col progresso nelle vene: il legno è anticaglia contadina, viva l'acciaio Shinobi. "Eh su dai, che vuoi che sia...": già certo, loro hanno la testa già altrove, al Biafra, alla questione del nucleare, a Madre Teresa di Timbuctù, ai potenti che hanno tutto tranne la felicità, alla colazione del Mulino Bianco. Io, che non dico di ciò che non ho sperimentato, c'ho provato, a fare lo stesso: ma niente, il cervello, dunque poi la mano, si opponeva, le sinapsi si associavano all'Anpi, i neuroni si trinceravano dietro la linea Maginot della passione, scoppiava il '48, il buttasu insomma, e alla fine si sanciva la vittoria del raziocinio sul caos. Era, ed è, giusto così. Quel dentifricio, e chi con e per lui lotta, vive, spasima, ci perde il sonno, i perdenti nati, i nerd, i fondi di bottiglia, i nani, gli ansiosi e astiosi, si secca, piglia la polvere, non protegge più lo smalto, perde l'Omega Tre, muore. Solo, sulla sporgenza di fronte allo specchio da bagno, che manda un riflesso: quello, opaco, della mia anima che ha capito il senso della vita.
Meglio della Pasta del Capitano gusto salvia e bicarbonato non esiste. Tonico e frizzante, ma leggiadro.